Storie di Procida

“Quelli come te, che hanno due sangui diversi nelle vene, non trovano mai riposo né contentezza; e mentre sono là, vorrebbero trovarsi qua, e appena tornati qua, subito hanno voglia di scappar via. Tu te ne andrai da un luogo all’altro, come se fuggissi di prigione, o corressi in cerca di qualcuno; ma in realtà inseguirai soltanto le sorti diverse che si mischiano nel tuo sangue, perché il tuo sangue è come un animale doppio, è come un cavallo grifone, come una sirena”.

Arturo ha 14 anni e vive sull’isola di Procida. Il sangue misto, incapace di arrestarsi in alcun luogo, è suo padre, Wilhelm, origini tedesche, trapiantato nell’isola napoletana, luogo di infinite partenze e permanenze irrequiete. Procida è una ghirlanda di case colorate. Guardandola da lontano, dal traghetto che porta a Ischia, le barche attraccate al porto, come la Torpediniera delle Antille di Arturo, la banchina con poche sparute persone dall’aria un po’ perduta, appare come un pezzo di terra che non sembra capace di appartenere all’oggi ma è confinata nell’eterno, nel sempre.

L’isola di Arturo è un romanzo di Elsa Morante, ambientato interamente nella dimensione fantastica e atemporale dell’isola. Una storia che racconta la scoperta dell’inquietudine della vita circondata dal mare, della tragicità dell’amore “quello vero, che non ha nessuno scopo e nessuna ragione”, dell’inevitabilità del dolore e della disperazione.

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Unica figura degna d’attenzione, tra tutti i procidani insignificanti, è il padre, Wilhelm, il condottiero valente, l’eroe macedone, un dio, anzi di più, un enigma, dall’espressione altera e indifferente. “Talvolta, un baleno delle segretezze gelose, alle quali i suoi pensieri parevano sempre intenti, passava sul suo viso: per esempio, dei sorrisi rapidi, selvatici e quasi lusingati; o delle lievi smorfie subdole, ingiuriose; o un malumore inaspettato, senza apparente motivo. Per me, che non potevo attribuire, a lui, nessun capriccio umano, il suo broncio era maestoso come l’oscurarsi del giorno, indizio certo di eventi misteriosi, e importanti come la Storia Universale”.

La compagnia di suo padre, intermittente, inaspettata, è un privilegio superbo, al quale Arturo dedica tutta la sua persona, con l’accanimento d’un lavoro meraviglioso, come su per l’albero d’un veliero, come una corsa a perdifiato, dove si segue qualcosa o qualcuno a precipizio, ci si butta giù senza guardare cosa c’è sotto, quando non si ha più contezza dell’oggi e si dimentica il resto del mondo. Per prendersi tutto, prima che anche quell’euforia tramonti e si finisce per ritrovarsi nel letto più grande della casa, ancora vestiti, come un capitano stanco, come Wilhelm, che osservava fuori dalla sua finestra e, dopo tante disavventure, si scopriva ogni volta sorpreso di ritrovarsi sempre solo e soltanto a casa sua, nella stessa stanza di tutti i giorni e meditava idee di fuga. “Luna nuova”, diceva, “con l’aria di dire invece – Sempre la stessa luna. La solita luna di Procida!”.

“E potrai anche trovare qualche compagnia di tuo gusto, fra tanta gente che s’incontra al mondo; però, molto spesso, te ne starai solo. Un sangue misto di rado si trova contento in compagnia: c’è sempre qualcosa che gli fa ombra, ma in realtà è lui che si fa ombra da se stesso, come il ladro e il tesoro, che si fanno ombra uno con l’altro”. 

Avevo dimenticato l’effetto della scrittura di Elsa Morante. Quando vivevo a Lecce, trovai La Storia in una libreria dell’usato e la terminai in pochi giorni. Qualche anno dopo, m’imbattei in Menzogna e Sortilegio, in una casa in affitto, un libro che mi ha letteralmente stregato, al punto da farmi immaginare l’odore di sapone e tessuti conservati negli armadi delle vecchie stanze da letto di Elisa, la protagonista. Ho comprato L’isola di Arturo su consiglio di Salvatore, il padrone di casa dell’antica libreria Ricci di Ischia, una capanna di legno, una piccola oasi di pace tra le vetrine concitate, i tacchi alti delle signore, gli spritz a 7 euro dell’isola. Sono bastate pochissime pagine per ritrovare i periodi assorti, la scrittura sensoriale, un incantesimo d’inchiostro e sogni, che in questo libro ha il profumo di salsedine del Tirreno.

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Sono tornata a casa da qualche giorno, ripiombata in quella sensazione di straniamento, come alla fine di ogni libro, quando si rimane un po’ con le pagine in mano, a tornare indietro, a ritrovare dei passaggi, a cercare di non perdere la magia della scrittura e dell’invenzione fantastica, di restare ancora qualche minuto in quella condizione di sospensione d’incredulità, indispensabile per leggere un romanzo, o per vivere un’illusione. Nella speranza di conservare qualcosa in più della nostalgia, ma la speranza, a volte “indebolisce le coscienze, come un vizio” e non si distingue più la realtà dalla fantasia, finendo per perdere la lucidità e immaginarsi d’essere un pesce qualunque, di ritorno a Procida.

“Io non chiederei di essere un gabbiano, né un delfino; mi accontenterei di essere uno scorfano, ch’è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua”.

Images © Shout

Soundtrack: Pino Daniele, Je’ so pazzo

Quotes: Elsa Morante, L’isola di Arturo

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Piccole librerie crescono

Davide contro Golia. Il piacere della piccola bottega contro lo spazio impersonale del centro commerciale. O, in altre parole, le librerie di quartiere contro il colosso Amazon. L’inedita battaglia arriva dalla Francia, dove pure il piacere di guadare e scegliere il proprio libro è ancora un vezzo comune: il 43% delle vendite, nel 2012, è stato effettuato da librai. Un dato rassicurante che, tuttavia, vacilla, dinanzi all’avanzata del mercato on-line che, in soli 15 anni, si è accaparrato l’11% delle vendite, di cui più della metà sono firmate da Amazon. È per questo che 65, per ora, librerie indipendenti di Parigi hanno deciso di coalizzarsi in Paris Librairies, network che permette ai lettori di localizzare il libro desiderato nella capitale, di ordinarlo presso la libreria che desiderano e di evitare lungaggini e inseguimenti letterari.

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Il sito è nato in occasione del Salone del Libro 2012 di Parigi ed è stato lanciato durante l’edizione di quest’anno, dove, circostanza non proprio casuale, Amazon ha deciso di rinunciare al proprio stand, per “problemi di immagine”, riscontrati in Francia e in Germania. Sono quattro i librai che hanno dato il via all’associazione: Philippe Touron della libreria Le DivanIsabelle Leclerc de L’ImagigrapheXavier Moni della libreria Comme un Roman, e Laura de Heredia dell’Arbre à Lettres. Ma, in realtà, il network, equivalente virtuale di una libreria di circa 8500 metri quadri, mette a disposizione 5000 librai professionisti e impazienti di consigliare il libro giusto. Isabelle Leclerc, da 10 anni libraia indipendente nel quartiere di Oberkampf, è entusiasta: “i lettori hanno capito che la prossimità è un asso nella manica e che, in fin dei conti, noi siamo molto più veloci di Amazon nelle consegne”. I suoi clienti hanno subito apprezzato l’iniziativa, per via del sito “pratico, veloce e intuitivo, e, soprattutto, per la solidarietà tra librai, sono abituati a vederci come individui solitari e questa nuova collaborazione li ha stupiti non poco”.

Dall’Est parigino a Seine-Saint-Denis

La capitale francese ha, tuttavia, un antecedente: prima di Paris Librairies, c’è stata, infatti, Librest, un’iniziativa che ha coinvolto nove librerie dell’Est parigino permettendo loro di condividere i propri depositi, fino a mettere a disposizione circa 800.000 titoli di cui 100.000 disponibili sin da subito. Con Librest è nato il sito lalibrairie.com, che raggruppa circa 800 librerie indipendenti in più di 600 comuni, con l’intenzione di dimostrare che, pur approfittando di internet, si può salvaguardare il tessuto sociale e preservare le librerie dal fallimento. Paris Librairies è, però, la prima rete estesa in tutta la città, grazie anche alla nuova applicazione di geo-localizzazione, che accomuna una procedura virtuale e un acquisto fisico, preceduto, perché no, da una salutare passeggiata tra gli scaffali della libreria di turno. L’avvento delle librerie on-line, infatti, se da un lato facilita al lettore la ricerca del proprio oggetto del desiderio, dall’altro lo priva di colpi di fulmine inattesi, incontri letterari casuali, piacevoli passeggiate senza alcuna direzione nei boschi narrativi.

libri2Dal 2007 al 2011, il numero di librerie a Parigi è diminuito del circa 7,6%, ma la capitale francese conserva lo status di città ad alta densità di tomi con una libreria ogni 4800 abitanti. A quelle già esistenti, si sono aggiunte di recente le prime librerie che hanno timidamente aperto i battenti nel dipartimento di Seine Saint-Denis, periferia disagiata a nord della città, che ha assistito all’inaugurazione di 6 nuove librerie solo negli ultimi 3 anni. E undici delle orgogliose 15 librerie che hanno ripopolato il distretto hanno anche dato vita all’associazione Librairies93 (dal numero che identifica questa parte della regione, ndr) per sostenersi tra colleghi, promuovere la lettura su tutto il territorio e dare un chiaro segno di dinamismo. “Chissà che anche queste non possano entrare a far parte del nostro network”, immagina Laura De Heredia, dell’Arbre à Lettres, “puntiamo a una soluzione collettiva e non individuale e a un network che vada oltre la nostra clientela di quartiere ma comprenda sempre più lettori”. I primi ritorni dell’iniziativa sono, a suo avviso, più che positivi, “soprattutto tra noi librai”, continua, “dodici colleghi fanno parte di un consiglio di amministrazione e le occasioni di incontro sono aumentate, così come le possibilità di scambiarci idee, conoscenze, pratiche e buoni consigli”.

Una buona notizia, questa, che lascia intravedere uno spiraglio per il mercato delle librerie, soprattutto dopo il notevole contributo da parte degli editori che, lo scorso giugno, in occasione dell’appuntamento Rencontres nationales de la librairie, hanno annunciato il progetto di devolvere 7 milioni in favore delle librerie indipendenti, ai quali, nel 2014, si aggiungeranno ulteriori 2 milioni da parte dello stato francese, al fine di sostenere la rete dei librai indipendenti e promuoverne la vendita on-line. Un segnale d’apertura considerevole, sommato a quello del ministro della Cultura francese Aurélie Filippetti che, durante lo scorso Salone del Libro, aveva accusato Amazon di dumping e annunciato un ulteriore aiuto finanziario pari a 9 milioni di euro per le librerie.

Qui l’estratto pubblicato su Lettera43.it

Photo: Shakespeare & Co. (cc) gadl/flickr; libri e Tour Eiffeil (cc) infraleve/flickr