SULLA STRADA
Qualche mese fa, di ritorno a Parigi, ho finalmente svuotato lo zaino che mi sono trascinata dietro per tutto l’ultimo anno. Sono partita dalla Francia lo scorso gennaio, diretta in Veneto. A marzo mi sono trasferita al settimo piano di un palazzo a Milano Sud, ma tornando ogni lunedì sera in quel di Piazza Napoli a Padova per il mio corso di teatro. A fine giugno sono sbarcata nel Basso Salento…
LIFE IN PROGRESS
Un giorno, qualcuno, mi ha scritto che forse nel silenzio della scrittura, a volte, si incunea la vita. Nell’ultimo mese, ho lasciato l’Italia, sono approdata su due isole greche, ho attraversato il Portogallo, sono ritornata a Montmartre, e tutto è rimasto intrappolato sul bordo degli occhi, nei nodi allo stomaco, nella musica che continua a suonare nelle orecchie. Il tempo è scivolato tra una partenza e l’altra e, alla fine, quasi senza accorgermene, una mattina mi sono seduta su un aereo all’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi e, dopo due film, un libro e almeno dieci gradi in più e tredici ore di traversata, sono atterrata a Los Angeles…
GIORNI DI MAGRA
“Muovendomi con il traffico, mi domandavo quanto altri come me prendevano la strada semplicemente per sfuggire alla città. Giorno e notte, la città formicolava di traffico ed era impossibile credere che tutte quelle persone avessero una ragione purchessia per guidare”. Chi scrive è John Fante, nel libro Sogni di Bunker Hill, l’ultimo romanzo del ciclo su Arturo Bandini, dettato dallo scrittore alla moglie, poco prima di morire. Fante, autore d’origini italiane, intriso d’America…
OUTSIDE PARTY
Frankie Roberts è reduce dal Vietnam. Torna a casa, in una piccola cittadina agricola del Nebraska, Plattsmouth, dove Joe, il fratello, lavora come sceriffo. Niente è cambiato qui, neanche i suoi genitori, che Frankie decide di sollevare dal peso dei convenevoli, disertando la rimpatriata. Neve, indiani d’America vestiti in jeans, villette a schiera, distintivi, cadillac impolverate, vecchi bar senza finestre. Tutto è uguale. Tranne quelli che se ne sono andati…
Random thoughts of a fashion editor
“I know I said I had no other practical skills, but I don’t think I’ll ever be as good at anything as I was at selling clothes. Or enjoy anything as much. I was in my element. I would recommend it to any writer. Not just because of the number of people you get to meet, but because it forces you out of your shell….
La New York di Maeve Brennan
Maeve Brennan è la scrittrice irlandese più celebre della quale molto probabilmente nessuno ha mai sentito parlare. Giornalista da Harper’s Bazaar prima, al New Yorker poi, newyorchese d’adozione, arrivata in America nel 1934, all’età di 17 anni, insieme al padre, sceglie di restare negli Stati Uniti, lasciando Dublino per sempre, ritrovandola solo di rado, nelle sue fantasie ad occhi aperti e in qualche rara visita alla famiglia in Europa. New York diventa così non la sua nuova casa, ma una sorta di residenza, in cui continua a sentirsi sempre una viaggiatrice, una sconosciuta.
Home is a place in the mind
“Even after more than twenty-five years the long-winded lady cannot think of herself as a ‘real’ New Yorker. If she has a title, it is one held by many others, that of a traveler in residence. A a traveler she is interested in what she sees, but she is not very curious, not even inquisitive…
Closing time
As one of my favorite cartoonists said: “When you haven’t talked to someone in a long time, it’s hard to know where to start updating them so sometimes it’s just easier not to”. My New York City time is going to end. There are so many things to do I don’t have so much time to write about. As someone used to sing: “There’s such a lot of world to see”. And I just can’t stop. Well, I was waiting around the bend for my Huckleberry friend. But I think this time is over…
Just a drawing
“Non esiste alcun modo di stabilire quale decisione sia la migliore, perché non esiste alcun termine di paragone. L’uomo vive ogni cosa subito per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza aver mai provato. Ma che valore può avere la vita se la prima volta è già la vita stessa?…
New York City and… Hélène Pé
In una domenica pigra di fine novembre, a Brooklyn, dove anche la linea L della metropolitana è eccezionalmente ferma nella città che non s’arresta mai, da Williamsburg ci vuole solo un quarto d’ora per raggiungere a piedi tutti i vintage store intorno a Bedford Avenue, aperti solo durante il fine settimana…
An Ukulele Anthem
A child’s dream came true last night. Amanda Palmer – whose songs I used to listen to in my small bedroom when I was sixteen – in a solo performance with her “small and forceful” ukulele at the New Gowanus Space in Brooklyn for the Winter Festival, among old furniture, New Orleans food and apple and cinnamon pie…
Everyone you know
Mercoledì 16 novembre, al Symphony Space, teatro dell’elegante Upper West Side, una platea di newyorchesi, ma non solo, aspetta l’entrata in scena di Miranda July. Dopo un’esilarante presentazione dello spettacolo, si spengono le luci e lei entra. Calze verdi, colori pastello, riccioli rossi spettinati e sguardo timido e intenso…
All – Points of view
Quello che si dice del Guggenheim Museum di New York è che la struttura stessa del museo, simile ad un alveare perfettamente simmetrico, offuschi la pur nutrita collezione permanente al suo interno. Effetto questo che lusingò alquanto l’architetto Frank Lloyd Wright, artefice dell’aspetto originale del museo…
Zuccotti Park memories
A poco più di una settimana dallo sgombero, Zuccotti Park resta vuoto. Neanche l’attesissima giornata campale del 17 novembre, con la marcia a Union Square e sul ponte di Brooklyn, è servita a ripopolarlo. Ad occuparlo adesso ci sono transenne e un manipolo di irriducibili clochard. E poliziotti. Tanti, forse troppi…
New room. New thinking. New York City.
Da Manhattan a Brooklyn, trasloco veloce e indolore, dai palazzi di vetro ai sobborghi della Grande Mela. I marciapiedi si allargano e i tetti si abbassano, scompaiono i taxi gialli. Il mio corre sul ponte di Brooklyn, si lascia alle spalle Manhattan. Si spegne Times Square e saluta Midtown…
Pursuit of Happiness in Progress
In Italia ne arrivano deboli echi, ma continua la protesta a Liberty Square. Il piccolo Zuccotti Park, ad una manciata di passi dalla borsa di Wall Street, gremito di tende e curiosi, di sognatori e senzatetto, s’annuncia da lontano con un trionfo di percussionisti, un esercito di bacchette impazzite che percuote ogni oggetto potenzialmente risonante…
Time Square’s Lies
Times Square, disse Qoelet, è “un infinito niente, una fame di vento. Il vuoto”. Ingannevole, già a partire dal nome, Times Square non è una piazza, è solo un largo incrocio di strade, precisamente Broadway e la Seventh Avenue, solo una banale confluenza di due arterie, ricoperta da insegne al neon e cartelloni pubblicitari. Il nulla mascherato da città…
Un pensiero su “Usa”